Geolocalizzazione e social media: quali rischi?
Geolocalizzazione: I tuoi figli stanno dicendo al mondo intero dove sono?
Un sondaggio condotto nel 2014 in sette paesi dell'UE mostra che i social network sono stati il passatempo online numero uno per il 63% dei ragazzi intervistati. Rispetto al comportamento online del 2010, si tratta di un aumento significativo, poiché quattro anni prima le stesse statistiche mostravano solo il 44% degli intervistati che sceglievano la stessa risposta.
Una crescita ancora maggiore è stata documentata nella categoria dei video. Cinque anni fa, il 32% della fascia d'età dai 9 ai 16 anni ha elencato questa attività come la preferita; nel 2014 il numero è salito al secondo posto con il 59%.
I messaggi istantanei si sono classificata al terzo posto, con il 49% dei giovani nel 2014 che l'hanno indicata come attività Internet preferita, con un aumento del 9% rispetto al 2010.
Se sei un genitore, la tua risposta preferita nel sondaggio sarebbe stata probabilmente "l'uso di Internet per attività scolastiche". Sorprendentemente, ben uno su tre (33%) dei giovani intervistati ha scelto questa opzione, quasi il doppio rispetto al 2010 (18%).
Anche se questo dimostra che Internet può offrire una vasta gamma di possibilità, i genitori non dovrebbero mai abbassare la guardia. Ad esempio, anche i social network comportano potenziali rischi, con più di un quarto (29%) dei ragazzi che non prendono le precauzioni più elementari, come ad esempio rendere il profilo privato.
Un profilo pubblico offre l'opportunità di sfruttare le informazioni presenti o di essere contattati da persone potenzialmente pericolose.
Tra i sette Paesi europei intervistati, i giovani dai 9 ai 16 anniin Irlanda e nel Regno Unito sembravano essere consapevoli dei rischi, segnalando nel 2010 che il loro profilo è stato impostato come privato in quasi 9 casi su 10.
Tuttavia, è interessante notare che il numero sia diminuito in entrambi i Paesi già nel 2014, con un numero leggermente superiore di giovani irlandesi (13%) e un numero ancora maggiore di britannici (19%) che riferiscono che il loro profilo è ormai pubblico. Tra i ragazzi rumeni che hanno partecipato all'indagine, è emerso che più della metà (57%) aveva un profilo pubblico nel 2014, rispetto al 44% del 2010.
Confrontando tutti i Paesi intervistati, più di un quinto dei giovani tra i 9 e i 16 anni non ha avuto riserve a discutere di questioni private su Internet, i ragazzi (22%) sono leggermente più cauti delle ragazze (24%).
Queste statistiche presentano alcune interessanti informazioni di base per i genitori che possono essere utilizzate per dare consigli ragionevoli ai loro figli. Possono anche incoraggiare l'uso di altre misure, come l'utilizzo di un affidabile software di controllo parentale o conversazioni aperte e oneste con i figli per discutere delle loro esperienze nel mondo virtuale.
L'indagine 2014 è stata condotta in sette Paesi (Belgio, Danimarca, Irlanda, Italia, Romania, Portogallo e Regno Unito) su un campione di 3.500 ragazzi dai 9 ai 16 anni. L'indagine del 2010 è stata condotta in 25 Paesi dell'UE su un campione di 25.000 ragazzi (di cui 7.000 provenienti dai sette Paesi intervistati nel 2014), anch'essi di età compresa tra i 9 e i 16 anni.
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